POETICA DEL GIOCO

“Perché faccio giocattoli? Sostanzialmente, riprendo i gesti dei bambini: ridare significato alle cose smarrite, perdute e abbandonate. Lavoro moltissimo sul riciclo, sul riuso dei materiali e degli oggetti, per riscattarli… una sorta di operazione caritatevole, come il poeta che prende le parole e le riqualifica dando loro altri significati, innalzandole, però nell’umiltà”. (Roberto Papetti)

Roberto Papetti a Villa Dora, dicembre 2021

Roberto Papetti

Roberto Papetti è uno dei più famosi mastri giocattolai italiani. I suoi artefatti racchiudono le numerose suggestioni attorno al gioco che si trovano nella letteratura, nella poesia, e nella filosofia, l’osservazione del paesaggio, la sperimentazione di materiali diversi, l’uso del colore. Questi giocattoli sono pezzi unici. Manufatti che esprimono la natura dell’arte, la gratuità del gioco e lo stupore del processo creativo.

Nato in una famiglia di pescatori e comandanti di navi giunta a Ravenna da Lussino nel dopoguerra, la sua storia ha inizio negli anni Sessanta nel porto di Dunkerque, nel nord della Francia, quando all’età di appena sedici anni abbandona il lavoro da mozzo sulla motonave Rubicone per rientrare in treno in Italia ed iscriversi all’Istituto d’Arte per il Mosaico e successivamente all’Accademia delle Belle Arti di Ravenna.

Vent’anni dopo, realizza per il Comune di Ravenna uno dei primi centri di educazione ambientale in Italia – il Centro Gioco Natura Creatività “La lucertola” – dove raccoglie e riporta in vita i giocattoli della tradizione popolare con ricerche e sperimentazioni che porta nelle scuole, realizzando numerosi percorsi didattici originali, grazie anche alle collaborazioni con i maestri Mario Lodi e Franco Lorenzoni, con l’Associazione Cem Mondialità, e il Movimento di Cooperazione Educativa.

Il recupero del processo creativo, proprio soprattutto del gioco libero e della realizzazione da parte dei/delle bambini/e di giochi ispirati dalla fantasia e di giocattoli autocostruiti, risulta come mai attuale. L’immersione dei bambini nell’esperienza del gioco è, infatti, prevalentemente caratterizzata dalla produzione industriale che fa del giocattolo merce di scambio più che valore d’uso. Inoltre, la diffusione del gioco digitale sottrae tempo alla scoperta dell’ambiente esterno, all’incontro con i coetanei, allo sviluppo di competenze ludico-motorie. La riflessione sull’importanza di un tempo del gioco non organizzato, non guidato dagli adulti, consente dunque di dare nuovo valore all’autonomia, alla creatività ed alla naturale capacità dei bambini per scoprire il mondo attraverso il gioco. In particolare, la manipolazione ed il riutilizzo di materiale naturali e oggetti comuni o di scarto, la scoperta delle qualità dei materiali, delle funzioni degli oggetti, la conoscenza di strumenti di lavoro, sono esperienze indispensabili per sviluppare la manualità, dando forma all’immaginazione, inventando storie e mondi fantastici, e migliorando così i processi di apprendimento.

La ricerca sul gioco di Roberto Papetti può essere suddivisa in due periodi.

Il primo quale direttore del Centro Gioco Natura Creatività “La Lucertola”, la realizzazione di laboratori con le scuole sui temi dell’educazione ambientale, dell’intercultura, della cittadinanza attiva e della nonviolenza, gli spettacoli e le animazioni in piazza. Queste esperienze lo hanno portato a incontrare e condividere percorsi di sperimentazione didattica pedagogisti e appassionati di cultura ludica, quali Giancarlo Perempruner, Mario Lodi, Ettore Guatelli e Gianfranco Zavalloni. Un altro incontro, che lo ha segnato particolarmente, è rappresentato dall’amicizia con lo scrittore Gianni Celati, incontrato nel 1977, al DAMS di Bologna, durante la scrittura collettiva di Alice disambientata.

Il secondo periodo coincide con l’apertura di un laboratorio personale e la stretta collaborazione con il fotografo Stefano Tedioli.

L’attuale bottega-laboratorio di Roberto Papetti si trova in una via laterale del centro storico di Ravenna. La porta è sempre aperta. I bambini incuriositi si aggirano tra mucchi di insoliti giocattoli: vecchie biciclette trasformate in strumenti musicali, piste da biglie, trottole, sirene equilibriste… Sono oggetti realizzati con materiali naturali e di recupero. Spesso ripropongono tipologie di giochi presenti nelle diverse culture del mondo, arricchite di elementi originali, allegorie e richiami che attingono alla letteratura, alla filosofia, alle scienze. Oggi, la sua ricerca, espressa sia nella realizzazione di giocattoli che nella produzione editoriale, continua ad avere ampio seguito da parte di numerosi/e insegnanti e a ispirare la riflessione sulla pedagogia del gioco nell’ambio della cultura ludica italiana.

Tra le numerose pubblicazioni, ricordiamo:

  • Narratori delle riserve a cura di Gianni Celati, Feltrinelli, 1992.  
  • Giocattoli creativi, con Gianfranco Zavelloni, Macro Edizioni, 1995 (II edizione per Editoriale Scienza, 2012).
  • I giocattoli dei popoli, con Gianfranco Zavalloni, Macro Edizioni, 1997.
  • La seconda vita delle cose, a cura di Andrea Canevaro, Erickson, 2002.
  • Piccoli gesti di Ecologia, con Gianfranco Zavalloni, Editoriale Scienza, 2002.
  • Tintinnabula, giocattolomuseo, con Stefano Tedioli, Artebambini, 2006.
  • La vita segreta dei giocattoli, Artebambini, 2012.
  • La scienza in altalena, con Mario Lodi, Editoriale Scienza, 2011.
  • La vita segreta di giocattoli, con Stefano Tedioli, Artebamabini, 2012.
  • Zughé Lavuré, con Elisa Mazzoli, Artebambini, 2010.
  • La lumaca era nell’orto, con Stefano Tedioli, Fulmino, 2014.
  • La carovana dei pacifici, con Luciana Bertinato, Emanuela Bussolati, Carthusia, 2020.

La mostra

La mostra conduce il visitatore in un percorso sul gioco, attraverso gli artefatti dell’artista giocattolaio Roberto Papetti, che ha trascorso la propria vita ricercando e costruendo giochi e giocattoli della tradizione.

Questa ricerca lo ha portato a scoprire il lavoro di artigiani, mastri giocattolai del legno, la tradizione del costruire giocattoli propria della cultura contadina, e le somiglianze che numerose tipologie di giochi e giocattoli hanno nelle varie culture del mondo – trottole, bocce, birilli, funicelle, bilboquet… – nel passato come nel presente. Il suo lavoro è profondamente influenzato dalle suggestioni attorno al gioco nella letteratura, nella poesia, e nella filosofia. L’estro artistico, infine, lo ha portato a diventare lui stesso un costruttore di giocattoli, un giocattolaio alquanto unico, poiché i suoi manufatti esprimono al tempo stesso la natura dell’arte e l’essenza del gioco.

Le sezioni

La mostra raccoglie diverse sezioni che illustrano tappe del lavoro di Roberto Papetti dagli anni Ottanta al presente, investigando l’influenza di incontri con appassionati della cultura ludica italiana, quali Giancarlo Perempruner, Mario Lodi, Ettore Guatelli e Gianfranco Zavalloni fino all’incontro più recente con lo sguardo gentile sui giocattoli e l’ambiente del fotografo Stefano Tedioli.

Il percorso si sviluppa cronologicamente ed evidenzia in particolare due periodi precisi, quello di Roberto Papetti direttore del Centro Gioco natura creativa “La Lucertola” del Comune di Ravenna, e quello successivo di apertura di un Laboratorio di ricerca personale.

Particolare attenzione è posta alle esperienze ludico-didattiche, spunti e suggestioni di sicuro interesse per un pubblico di insegnanti ed educatori. 

Le sezioni:

1.   Trottole – una tipologia di base tra tante

2.   Cassette da frutta – metamorfosi di un contenitore

3.   Animali 

4. La lumaca – per una pedagogia della lentezza

5. Gioclette – giocattoli da pezzi di bicicletta

6. Soli Totem

7. Busti – parodie ludiche di persone celebri

8. Case gabbie – costruire ai tempi del coronavirus

9. Marina la sirena

10. Sparigliare

11. La Carovana dei Pacifici – truppette e attività di cittadinanza attiva

12. Bigliodromi 

Il video

Cortometraggio realizzato in occasione dell’inaugurazione della mostra ospitata a Villa Dora. Durata 12 minuti. Regia Alexandra D’Onofrio, produzione Sara Zavarise (Zalab), fonico Massimiliano Borghesi, camera Alexandra D’Onofrio e Sara Zavarise, montaggio Silvia Miola e Virginia Nardelli La Bandita, musiche Michele Moi, fotografie e animazioni Stefano Tedioli, grafica Marilena Benini, curatela di Francesca Berti.

L’antico gioco delle biglie

Lezione magistrale con animazione di Roberto Papetti, Magnifico Rettore dell’Università delle Biglie di Ravenna

Villa Dora – San Giorgio di Nogaro – sabato 7 maggio 2022 ore 15 – 18

Biliarum Ravennae

Visita guidata alla mostra con Roberto Papetti

Villa Dora – San Giorgio di Nogaro – domenica 8 maggio 2022 ore 10 -12

La poetica del gioco come telepatia sentimentale

Laboratorio di formazione condotto da Roberto Papetti e Francesca Berti

Villa Dora – San Giorgio di Nogaro – sabato 29 gennaio 2022 ore 9 – 12

 “Molti meriti ha l’uomo ma poeticamente abita la terra” (Friederick Hölderlin)

Il sensuoso, il sensibile e il sensato e tutto quello che si può fare giocando con le cose, i materiali, le persone, il mondo dei viventi e dei non viventi e le idee. Su questi temi proposti in chiave laboratoriale e di ricerca – non una idea giusta ma giusto un’idea – è compreso il farsi i giocattoli con le proprie mani, secondo la tradizione delle culture ludiche di tutto il mondo, in modo ecologico e ragionevolmente impertinente. Il laboratorio si svolge all’interno della mostra e lungo il percorso di visita, per mostrare cosa significa cultura ludica, il potere che hanno i giocattoli di suscitare socializzazione, condivisione, storie da raccontare e allegria di vita. Quella qualità che hanno i giocattoli di solleticare proiezioni immaginative e creare campi affettivi con tutto ciò che ci circonda… che è uno dei significati del fare poetico, e forse dell’abitare poeticamente il mondo.

I posti sono limitati e saranno assegnati in base all’ordine di prenotazione. L’incontro è condotto da uno dei più importanti mastri giocattolai italiani e da Francesca Berti, Ricercatrice presso la Facoltà di Scienze della Formazione della Libera Università di Bolzano (www.playstorieslab.com). Per partecipare occorre avere il super green pass. Per iscrizioni: 0431.620281 oppure [email protected]

I totem ciclopici

La mostra “Poetica del gioco” invade il giardino di Villa Dora con un parco giochi composto da totem creati per l’occasione dall’artista Emanuele Bertossi. I totem ciclopici sono ricavati da vecchi tavoloni di legno colorati a tinte vivaci e pezzi di bicicletta. Sono giochi con cui giocare o semplicemente da guardare, fissandoli intensamente nell’unico occhio che hanno.

Emanuele Bertossi è scultore, autore, illustratore. Le sue opere sono tradotte in diversi Paesi del mondo.

Contributi d’autore

Abbiamo chiesto a diversi “compagni di viaggio” di Roberto Papetti una testimonianza sul suo lavoro. L’autrice e illustratrice Emanuela Bussolati ci ha regalato un pezzo inedito dedicato alla Carovana dei Pacifici.

Un artista camminante di Emanuela Bussolati

Grandissima curiosità. Questa è la fotografia della mia conoscenza con Roberto Papetti lungo un tempo. Una foto che ha una esposizione di ormai una ventina di anni.

Curiosità che ha sempre sotteso uno stupore sorridente, una sorta di calamita che non ha fretta di arrivare all’altro polo, un’attesa senza ansie.

Così in tanti anni non avevo mai incontrato Roberto, malgrado Helène Stavro, Simonetta Maione e alcune insegnanti me ne avessero parlato con entusiasmo e malgrado avessi acquistato i suoi libri. Via via scoprivo un Alibaba artigiano, che in una enorme grotta nascondeva studi, ricerche, pensieri, poesia, elucubrazioni, nacondendo tutto questo lavorio nel simulacro dei suoi giocattoli…

Poi fui alla cascina di Mario Lodi il giorno che si commemorava il primo anno dalla sua morte e lì successe qualcosa di importante per me. Roberto propose un laboratorio nel quale faceva realizzare dei soldatini pacifici. Da tempo lavorava sui giocattoli tradizionalmente guerreschi per trasformarli in giocattoli di pace. Il suo fucilino sparamaccheroni mi incantò, così come il suo esercito di pacifici. E fu lì che ebbi la visione del possibile dilagare di una modo di pensare pacifico attraverso i bambini e i loro insegnanti, purché questi “soldatini” non venissero presi solo come “lavoretto” ma come simbolo di un cambiamento di mentalità.

Con la maestra Luciana Bertinato studiammo un percorso esperienziale, lo esponemmo a Roberto ed ottenemmo il suo benestare. Così iniziò la Carovana dei Pacifici. A dare manforte sugli aspetti più pratici, spesso estranei alle menti artistiche, Giovanna Sala, maestra e Rosa Giudetti, presidente dell’Associazione Montessori di Brescia.

A dire la verità, Roberto intanto è già oltre. È un artista potente e come tale è un “camminante” che transita da un pensiero all’altro, da una tematica all’altra. Un progetto lanciato è già vecchio forse, per lui, il giorno dopo. Ma alcuni sono troppo importanti non solo per lui come ideatore ma per l’impronta che possono lasciare nel mondo. Il seme degli omini pacifici è stato raccolto, accolto, curato ormai da tantissime/i insegnanti, educatori e educatrici. Migliaia e migliaia di bambini in Italia e all’estero hanno cercato di capire che cosa significa davvero essere pacifici e fanno parte della Carovana, che continua a camminare e a crescere, seguendo i rumori e la musica che escono continuamente dalla caverna di Roberto Papetti.

Emanuela Bussolati è autrice, illustratrice, ideatrice di libri e collane per bambini. Le sue opere sono tradotte in diversi Paesi del mondo.

Il manifesto dei diritti naturali di bambine e bambini letto da Alessia Canducci

La regista e attrice Alessia Canducci ha letto per noi il Manifesto dei diritti naturali di bambine e bambini stilato da Gianfranco Zavalloni, Dirigente scolastico e storico promotore di una scuola creativa, aperta all’ecologia, alle lingue locali e alla multicultura. Una versione breve di 2 minuti è disponibile qui , una versione più estesa di 10 minuti viene diffusa all’interno della mostra “Poetica del gioco”.

La poetica del gioco, nel teatro delle fantasticazioni di Roberto Morselli

Conosco Roberto da trent’anni. Tanti me ne sono voluti per entrare nel pluriverso della sua poetica. Conoscerlo è intraprendere un viaggio suggestivo, simile a quello che si può compiere nel Paese delle Meraviglie. E come nel capolavoro di Lewis Carroll, l’effetto è straniante e liberatorio.

Le sue creazioni – giocattoli, dispositivi, congegni, opere – sono realizzate con materiali “poveri”, considerati di scarto, che Roberto recupera e inserisce in nuove configurazioni “poetiche”. Questi scarti e rimasugli non solo hanno una seconda vita, ma entrano a far parte di una nuova narrazione materica. La pietra scartata diventa così la pietra miliare di un percorso di ricerca e di sperimentazione.

Roberto è Mastro Nocciola, un artigiano-artista. Come tutti i veri artigiani non solo è creativo: è anche attento. Se l’attenzione, come sosteneva Nicolas Malebranche, è la preghiera naturale dell’anima, Roberto ci ricorda che l’anima può emergere solo da un corpo che manipola, che fantastica, che sperimenta, che danza, insomma, che gioca. Non c’è quindi anima senza il gioco. E non c’è gioco senza i bambini. Le creazioni di Roberto sono un sincero atto di amore verso i bambini e la loro inesauribile apertura al mondo.

Alcune creazioni di Roberto sono, come lui stesso le definisce, dei “pungoli”, direi particolarmente impertinenti. Sono capaci di prendersi gioco della razionalità strumentale, quella, per intenderci, tutta orientata a un efficiente utilizzo delle risorse in funzione del risultato. Credo che si possano intendere come congegni del nonsense, come un balbettio nel fluire dei discorsi raziocinanti, come un inciampo per il piede che procede veloce e sicuro, come macchie che offuscano le pretese di una visione panottica. A me piace immaginarli come alberi con le radici nel cielo: in un certo senso, ci costringono a stare a testa in giù, sparigliano le carte, disorientano. Dal cielo, fan dondolare la terra.

Altre sue creazioni a me sembrano fascinazioni in forma di congegno. Emergono quasi da sole da un fondo sempre mobile e inquieto di visioni e di apparenze. Sono resti, avanzi, rimanenze di cose viste o sentite che prendono la forma di un marchingegno dettato dal momento, perché è il momento che guida la mano. Come diceva il suo amico Gianni Celati: “Tu vai soltanto dietro all’inatteso”. Sono creazioni senza scopo e senza meta, che non rivendicano alcun valore d’uso o di scambio. Sono cose del tutto inutili: di esse si può solo godere o le si può amare, per quel tanto di possibile e di ulteriore che lasciano intravedere.

Altre creazioni di Roberto sono il frutto maturo di una ricerca continua, storica e antropologica, nel variegato mondo del gioco. I suoi giocattoli riescono a farci udire voci e a immaginare gesti che vengono da lontano, nello spazio e nel tempo. Sono attualizzazioni di e variazioni su temi ancestrali, forse archetipici. Novalis ha scritto che “ogni oggetto amato è il centro di un paradiso”. Ebbene, sono convinto che in ogni giocattolo realizzato da Roberto risuona la eco di un paradiso lontano, mai del tutto perduto. Siamo ancora immersi, sembra dirci Roberto, in un fiume vitale di pratiche di gioco, che ci può far diventare più umani. Perché umani non si è già, ma si diventa… giocando.

Che dire poi del Roberto educatore? Mi pare che qui risieda uno dei doni più preziosi del suo modo di essere artigiano. Infatti, le sue creazioni “didattiche” non servono a spiegare le cose, che siano le leggi della natura o le dinamiche della relazione umana. Servono per stare con le cose, per apprende attivamente dal mondo che ci circonda. A me sembra che Roberto intenda l’educazione come una pratica di attenzione e di trasformazione della persona, non di trasmissione. Per dirla con Tim Ingold, la sua è un’arte della corrispondenza. Le sue creazioni non costringono la materia (per esempio, l’argilla) a entrare in una forma mentale precostituita (il vaso), ma nascono da una mano che dialoga con la materia, la fa risuonare dentro di sé, si lascia guidare dalle forze interne alla materia stessa, cerca di corrispondervi: così la mano stessa diventa argilla, realizzando il vaso; o vento, manovrando l’aquilone; o sambuco, costruendo la cerbottana. La costruzione di giocattoli, per Roberto, è l’arte della corrispondenza con le forze della natura. Quale migliore educazione al fare!

Mi sono chiesto molte volte da dove nasca e come si alimenti la sua poetica. Le sorgenti sono molte, alcune più visibili, altre più carsiche. Io credo che una fonte originaria sia quel “teatro a cielo aperto di malinconie e fantasmi” (Marco Belpoliti) che è la propaggine estrema, a est, della Pianura Padana. Una terra, la Romagna, sospesa tra la campagna e il mare, che è ancora madre generosa di fantasticazioni e di ariostesche avventure. Sono queste che, segretamente, alimentano l’originale poetica di Roberto.

Roberto Morselli è formatore di Cem Mondialità, amico fraterno di Roberto Papetti.

E’ PACIFICO CHI…” – Definizioni di pacifico raccolte nel corso delle visite per le famiglie condotte da Associazione 0432.

I promotori del progetto

Il progetto “Poetica del gioco, Roberto Papetti – artigiano artista” è promosso dal Comune di San Giorgio di Nogaro e dal Sistema Bibliotecario InBiblio in collaborazione con Associazione Culturale 0432, installazione di Emanuele Bertossi, curatela della Dott.ssa Francesca Berti, fotografie di Stefano Tedioli, progetto grafico di Marilena Benini, con il patrocinio dell’Associazione Italiana Biblioteche FVG e il sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo – Direzione generale Biblioteche e diritto d’autore – Fondo per la promozione della lettura, della tutela e della valorizzazione del patrimonio librario 2021.

Per informazioni: [email protected]

Biblioteca Comunale Villa Dora: 0431620281

I materiali

locandina mostra in versione pdf

volantino mostra generico in versione jpg

volantino mostra visite in versione jpg

invito all’inaugurazione in versione jpg

volantino corso di formazione in versione pdf

volantino conferenza università delle biglie in versione pdf

Per continuare a giocare

Inferno e paradiso, un antico gioco dei bambini

Inferno e paradiso in versione pdf

Rassegna stampa

“Messaggero Veneto” venerdì 28.01.2022

Quel tesoro nascosto dietro ai giocattoli di Fabiana Dallavalle

Blog Topipittori venerdì 28.01.2022

Nel regno del fare i giocattoli Intervista di Francesca Berti a Roberto Papetti

Versione solo testo stampabile

Programma “Ator ator” Radio Onde Furlane mercoledì 09.02.2022

Intervista a Roberto Papetti a cura di Serena Fogolini

Trascrizione dell’introduzione di Serena Fogolini

“La Vita Cattolica” mercoledì 09.02.2022

La magia del gioco in mostra di Monika Pascolo

“Il Resto del Carlino” domenica 27.02.2022

“I miei giochi, nuovi linguaggi per i bambini” di Carlo Raggi

“Andersen” marzo 2022

Gioco e scienza Mara Pace intervista Roberto Papetti

www.andersen.it sabato 30.04.2022

Della biglia, oasi di pace, articolo inedito di Roberto Papetti

www.topipittori.it giugno 2022

Aprire e chiudere una porta è un piacere che i re non conoscono, intervista collettiva a Roberto Papetti